No, i vaccini COVID non fanno brillare

No, i vaccini COVID non fanno brillare

Di Emily Willingham

3 novembre. 2021 - Le voci sono iniziate la scorsa primavera, ma sono state riesumate questa settimana quando un giornalista ha twittato erroneamente che i vaccini COVID-19 contengono qualcosa chiamato "luciferasi". Il giornalista, corrispondente dell'agenzia Newsmax, riteneva che il nome facesse riferimento a Lucifero, un altro nome del diavolo. Da lì, altri hanno aggiunto altri livelli alla storia falsa, portando gli scienziati a intervenire sui social media per spiegare cosa sia e cosa faccia realmente la luciferasi.

I vaccini COVID non contengono luciferasi e la sostanza chimica non prende il nome da nessuna delle versioni di Lucifero che hanno costellato le storie umane fin dai tempi pre-cristiani. Il nome deriva piuttosto dal significato latino di lucifer, che significa portatore di luce. Le luciferasi sono enzimi che agiscono su molecole ad alta energia in animali come le lucciole. L'energia liberata da questa scomposizione conferisce a questi animali il loro bagliore, o bioluminescenza.

Questa inaspettata attenzione alla bioluminescenza offre un momento di insegnamento su come i ricercatori hanno preso in prestito questi enzimi per usarli come strumenti di laboratorio, anche negli studi sugli animali di alcuni vaccini COVID.

Un uso è quello di tracciare dove e quando le cellule utilizzano i geni. I geni hanno regioni che agiscono come interruttori, attivando o disattivando l'uso di un gene. Gli scienziati che vogliono vedere quando una cellula attiva un gene possono inserire il codice della luciferasi accanto a questo interruttore genetico. Ogni volta che la cellula utilizza il gene bersaglio, utilizza anche il codice della luciferasi. Se i ricercatori aggiungono anche la molecola su cui agisce la luciferasi, il risultato è una cellula che si illumina quando utilizza il gene e la luciferasi.

Gli scienziati possono anche usare le luciferasi per marcare specifici tipi di cellule e seguirle in un animale vivente, come un topo. In questo modo, ad esempio, possono tracciare il percorso di una cellula tumorale nell'organismo. Le luciferasi sono state utilizzate per sviluppare test diagnostici per le malattie infettive, tra cui la COVID, e per tracciare il modo in cui i virus entrano nelle cellule.

Nello sviluppo del vaccino COVID, i ricercatori hanno utilizzato una luciferasi in alcuni studi sui topi per tracciare il percorso dell'mRNA del vaccino negli animali. L'enzima è stato utilizzato solo per quegli studi e non fa parte dei vaccini a base di mRNA somministrati alle persone o di altri vaccini COVID. In altre parole, la vaccinazione non vi farà brillare come una lucciola.

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