Un test oculistico potrebbe predire il rischio di infarto, secondo uno studio
Di Carolyn Crist
13 giugno 2022 -- Secondo un recente studio, un esame oculistico non invasivo potrebbe essere in grado di prevedere il rischio di infarto di una persona, se combinato con altre informazioni.
Secondo il Guardian, i ricercatori hanno scoperto che la struttura dei vasi sanguigni nella retina potrebbe aiutare a identificare le persone che rischiano di avere problemi cardiaci.
I ricercatori hanno utilizzato i dati della UK Biobank, che contiene le cartelle cliniche e lo stile di vita di 500.000 persone, per calcolare una misura nota come dimensione frattale. Hanno combinato questa misura in un modello con altri fattori, come l'età, il sesso, la pressione sanguigna sistolica, l'indice di massa corporea e lo stato di fumatore.
Il team di ricerca ha poi studiato le persone del database che avevano subito un attacco di cuore, o infarto del miocardio, dopo che erano state raccolte le immagini della retina.
"In modo sorprendente, abbiamo scoperto che il nostro modello era in grado di classificare meglio i partecipanti con un rischio di infarto basso o alto nella UK Biobank rispetto ai modelli consolidati che includono solo dati demografici", ha dichiarato al The Guardian Ana Villaplana-Velasco, autrice della presentazione e dottoranda presso gli istituti Usher e Roslin dell'Università di Edimburgo.
I ricercatori hanno affermato che la loro analisi ha trovato una base genetica condivisa tra dimensione frattale e infarto miocardico.
"Il miglioramento del nostro modello è stato ancora maggiore se abbiamo aggiunto un punteggio relativo alla propensione genetica a sviluppare l'infarto del miocardio", ha detto la ricercatrice.
L'età media di un infarto è di 60 anni. Il team di ricerca ha riscontrato che il loro modello ha ottenuto le migliori prestazioni predittive più di 5 anni prima che si verificasse un infarto. In futuro, i ricercatori sperano che un semplice esame della retina possa fornire informazioni sufficienti per identificare le persone ad alto rischio.
"Il calcolo di un rischio di infarto individualizzato per le persone di età superiore ai 50 anni sembrerebbe appropriato", ha detto la ricercatrice. "Ciò consentirebbe ai medici di suggerire comportamenti che potrebbero ridurre il rischio, come smettere di fumare e mantenere normali colesterolo e pressione sanguigna".
Lo studio sarà presentato questa settimana alla conferenza annuale della Società Europea di Genetica Umana a Vienna.